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N. Smania, A. Fiaschi, A. Cosentino, E. Corato.
Aprassia degli arti: disabilità e strategie riabilitative.
In: Rapporto Ictus – Riabilitazione. Milano: Masson, 2005.
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Il Secondo rapporto sull’ictus prende in esame l’epidemiologia dell’ictus in Italia
(ogni anno si verificano circa 200.000 episodi di ictus)
e le conseguenti problematiche della disabilità successiva all’evento (circa 60.000 pazienti, infatti,
sono affetti da una disabilità che limita fortemente la loro autonomia nelle attività della vita quotidiana).
Il testo, successivamente, si concentra sulle procedure di neuroriabilitazione dirette al recupero delle funzioni perdute
o compromesse. La fase riabilitativa dell’evento ictale non deve rappresentare un momento tardivo che segue a distanza
di settimane o mesi l’instaurarsi della disabilità, ma un momento precoce che accompagna il paziente sin dalla prima
comparsa dei segni di deficit neurologico e si adatta con l’evolvere dello stato clinico del paziente.
Il capitolo Aprassia degli arti: disabilità e strategie riabilitative, alla cui stesura ho collaborato, focalizza l’attenzione
sull’aprassia degli arti: un disturbo neuropsicologico che si manifesta nel 51.3% dei casi di ictus con lesione all’emisfero
sinistro e nel 6% dei pazienti con lesioni all’emisfero destro. Questo disturbo consiste in un ampio spettro di disordini
nella pianificazione e programmazione motoria, per cui il paziente affetto da aprassia degli arti non è in grado di eseguire gesti ben appresi.
Questa difficoltà nell’esecuzione gestuale limita il paziente anche nella capacità di svolgere in maniera autonoma le attività della vita quotidiana,
incidendo quindi notevolmente sulla sua disabilità. Si evidenzia, pertanto, l’importanza delle strategie riabilitative, volte al recupero delle capacità
di esecuzione gestuale dei pazienti con aprassia, di cui si parla ampiamente nel paragrafo. In particolare, un nostro recente studio evidenzia come
un trattamento riabilitativo specifico volto al trattamento di un ampio numero di gesti determina un miglioramento dell’abilità gestuale
del paziente e della sua autonomia nella vita quotidiana. |
N. Smania, E. Corato.
Esame neurologico.
In: Nuovo trattato di medicina fisica e riabilitazione. Basi, valutazione funzionale e diagnostica.
Vol I. A cura di G. Valobra, R. Gatto, M. Monticone.
Torino: Utet, 2007.
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Il “Nuovo trattato di medicina fisica e riabilitativa” si compone di quattro volumi dedicati alla illustrazione delle valutazioni cliniche e strumentali, delle tecniche terapeutiche, della farmacologia, delle disabilità in campo ortopedico, neurologico, cardiologico e respiratorio, basandosi su linee guida e fonti bibliografiche nazionali e internazionali.
Il primo volume cui ho partecipato nella stesura del capitolo “Esame neurologico” approfondisce il significato della Medicina Fisica e Riabilitativa, le valutazioni cliniche e strumentali basate su test e scale di valutazioni standardizzate e sulle numerose possibilità di valutazione diagnostica strumentale.
Nel capitolo “Esame neurologico” viene esaminata in maniera sistematica la metodica per condurre una valutazione neurologica che, in campo riabilitativo, deve orientare non solo sul significato patologico di segni e sintomi, sulla sede della lesione e sul presupposto anatomo-patologico, ma deve essere mirato anche alle conseguenze disabilitanti di una patologia e alle capacità funzionali residue. Nel capitolo si approfondisce la metodica per condurre la raccolta dell’anamnesi; in seguito viene descritto nei dettagli l’esame obiettivo neurologico: esame delle funzioni cognitive, della postura e deambulazione, dei nervi cranici, delle funzioni motorie, sensitive, delle funzioni sfinteriche e della deglutizione. Un accurato esame neurologico costituirà la base per definire un progetto riabilitativo adeguato.
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